26 aprile 2016

IL GLICINE- P.P.Pasolini



Che splendore il glicine in fiore e che dolce profumo!
 Il suo nome, infatti, deriva dal greco "glykýs", che per l'appunto significa dolce, con riferimento all’umore dolce contenuto nel tubero della pianta.
Il nome scientifico di questa pianta rampicante dai fiori riuniti in grappoli, è Wisteria e lo deve a chi per primo la catalogò, il tedesco Kaspar Wistar (1761-1818), professore all’Università della Pennsylvania, situata a Filadelfia, una delle più antiche e importanti università negli Stati Uniti.
Le origini del glicine però sono orientali, è stato, infatti, coltivato in Cina e Giappone per più di duemila anni prima di arrivare in Europa pare a grazie a Marco Polo che ne porto i semi nel XIII secolo. 
E dopo questi brevi cenni storici sul glicine, godiamoci la poesia che Pier Paolo Pasolini ha dedicato a questa pianta simbolo della primavera e della sensualità della giovinezza...


IL GLICINE

... e intanto era aprile,
e il glicine era qui, a rifiorire.
(...)
Prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un intera parete appena alzata, il muro
principesco di un ocra
screpolato al nuovo sole che lo cuoce ...
E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
caduco rampicante, a farmi puro
di storia come un verme, come un monaco:
e non lo voglio, mi rivolto – arido
nella mia nuova rabbia,
a puntellare lo scrostato intonaco
del mio nuovo edificio.
(...)
Tu che brutale ritorni,
non ringiovanito, ma addirittura rinato,
furia della natura, dolcissima,
mi stronchi uomo già stroncato
da una serie di miserabili giorni,
ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
profumi vergine sul mio eclissi,
antica sensualità...

Pier Paolo Pasolini
da “La religione del mio tempo” - Garzanti 1961

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