9 marzo 2012

DONNA IN RINASCITA-D. Cugia (Jack Folla)



Una vera donna cade e si rialza tante volte nel corso della sua vita e anche se le ferite fanno male,  stringe i denti e procede pensando alla meta...

DONNA IN RINASCITA

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in
  assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi,
  dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice…è finita. No. Finita mai,
  per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede,
  anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle
  ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te,
  che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in
  un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola….
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo
  ti guarderà, deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai
durare.
  Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo,
  che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con
nessuno
  perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita. Peggio, se
ci rimani presa in mezzo tu,
  poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C’è sempre qualcuno con cui ti devi
giustificare,
  che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto,
  e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti,
  te lo dici anche quando parli con le altre….
”io sto bene così, sto bene così, sto meglio così”…
e il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure con quel ragazzo ci sei
andata
  a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell’uomo ci hai buttato
dentro l’anima,
  ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima,
  che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio,
  perché non sai più chi sei diventata. Comunque sia andata, ora sei qui.
  E so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel
cemento.
  Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella
tua solitudine, ed è stata crisi.
  E hai pianto. Dio, quanto piangete. Avete una sorgente d’acqua nello
stomaco.
  Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della
metro, sul motorino.
  Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso
la macchina e hai guidato per ore,
  perché l’aria buia ti asciugasse le guance. E poi hai scavato, hai
parlato…quanto parlate ragazze.
  Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri
che dia un senso al tuo dolore….
”perché faccio così?”…”com’è che ripeto sempre lo stesso schema?”…”sono
forse pazza?”…Se lo sono chiesto tutte.
  E allora… vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e
saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile.
  Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E’ da quel grande fegato che
ti ci vuole per guardarti così,
  scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
  Perché una donna ricomincia comunque.
  Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
  Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua
nuova “te”, perché ti è toccato di conoscerti di nuovo,
  di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima
della ruspa… Non ti entusiasma?
  Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di sé stessi o farlo per la
prima volta è come un diesel, parte piano.
  Bisogna insistere, ma quando va in corsa… E’ un’avventura ricostruire sé
stesse, la più grande.
  Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal
taglio dei capelli.
  Io ho sempre adorato donne in rinascita,
  per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna
a fiori o con un fresco ricciolo biondo.
  Perché tutti devono vedere e capire…”attenti…il cantiere è aperto…stiamo
lavorando per voi… ma soprattutto per noi stesse…”.
  Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande
meraviglia, per chi la incontra e per sé stessa.
E’ la primavera a novembre…quando meno te la aspetti.


Diego Cugia - (Jack Folla)



Per chi come me credeva Jack Folla un poeta…

Giacomo "Jack" Folla è il personaggio di un programma radiofonico ideato e scritto da
 Diego Cugia, giornalista radiofonico di origini cagliaritane, che raggiunse una certa notorietà grazie alla trasmissione radiofonica Alcatraz (in onda, dall'ottobre 1999 al maggio 2000, su Radio2 e divenuta poi anche trasmissione televisiva).

 Jack Folla è un DJ condannato a morte negli Stati Uniti d'America, al quale viene concesso di trasmettere su una radio italiana, "la musica della sua vita" che spazia  dal rock più puro, alla musica italiana d'autore.

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