«Tu che splendi in Paradiso,
coronata di vittoria,
Oh Sant'Agata la gloria,
per noi prega, prega di lassù»
(Canto a Sant'Agata)
SANT' AGATA
Sant’
Agata, patrona di Catania, oltre che di Malta e di San Marino, viene venerata
come santa, vergine e martire. Agata,
il cui nome di origine greca significa “buona”, nacque probabilmente l’otto
settembre tra il 229 e il 235 in una molto benestante famiglia di devota fede cristiana.
Sul luogo di nascita ci sono delle discordanze, si pensa che sia nata a Palermo o, più probabilmente, a Galermo nei dintorni a nord di Catania.
Intorno
ai 15 anni decise di rinunciare al matrimonio per consacrarsi a Dio e il
vescovo della città accolse la sua richiesta imponendole il velo rosso delle
vergini consacrate.
All’inizio
del 251 il proconsole Quinziano, inviato a Catania dall’imperatore romano Decio
per costringere i cristiani a rinnegare la loro fede.
Per sfuggire alla persecuzione, la tradizione tramanda che Agata e la sua famiglia fuggirono a Palermo, rifugiandosi nel quartiere Guilla , dove però i soldati di Quinziano riuscirono a trovarli e riportarli a Catania nell'anno 253.
Carlo Veronese-Sant'Agata
Museo del Prado- Madrid
La pietra con l'orma impressa è tutt'ora custodita nella chiesa di "Sant’Agata la Pedata", la chiesa adiacente l'omonima porta, che i palermitani vollero appositamente costruire per accogliere il masso prodigioso.
A ricordo dell'episodio, nacquero dei dolcetti di pasta di mandorla chiamati "olivette di Sant'Agata", per la tipica forma ispirata ai frutti dell'albero di ulivo e che, assieme alle "cassatelle" (più tipicamente dette "minne di Sant'Agata" per la forma che ricorda i seni), vengono preparati a Catania durante la festa in suo onore.
Agata fu quindi affidata ad Afrodisia, una cortigiana di facili costumi, affinché la istruisse ad essere più disponibile. Agata fu sottoposta a tentazioni e pressioni di ogni genere, ma rimase integra e ferma nel proposito di non infrangere il suo voto di castità e cedere ai desideri di Quinziano che, furioso, la fece processare.
Agata venne così condannata alla fustigazione e sottoposta al violento strappo dei seni mediante
delle tenaglie.
Sebastiano Del_Piombo - Il martirio di_Sant'_Agata
Palazzo Pitti (Firenze)
Dopo
la feroce mutilazione, Quinziano la fece rimettere in cella, vietando
a chiunque di medicarla o di darle da mangiare.
Nella
notte, però, alla santa mutilata apparve San Pietro il quale, dopo averla confortata
ricordandole la corona gloriosa che l'attendeva, fece su di lei il segno della
croce e la guarì completamente.
Nemmeno
questo miracolo riuscì però a blandire o intimorire Quinziano che anzi, ancora
più infuriato, condannò a morte la giovane.
Giovanni Lanfranco - Sant'Agata visitata da San Pietro in carcere
( Parma)
Agata venne condannata ad essere posta su una fornace con
carboni ardenti, cocci di vetro e di vasi infranti su cui venne
rotolata a corpo nudo.
La tradizione racconta che, mentre Agata brucia nella fornace ardente,
il vulcano Etna iniziò ad eruttare e un forte terremoto scosse Catania provocando e il Pretorio crolla parzialmente, seppellendo due carnefici consiglieri di Quinziano.
La folla dei catanesi terrorizzata, si rivolta contro i romani , allora il proconsole fa togliere Agata dalla brace e la fa riportare agonizzante in cella.
La folla dei catanesi terrorizzata, si rivolta contro i romani , allora il proconsole fa togliere Agata dalla brace e la fa riportare agonizzante in cella.
La
martire allo stremo delle forze, ma fiera di aver consumato il suo sacrificio, morirà poche ore dopo pregando: «Signore mio Dio, che mi avete protetto fin
dall'infanzia ed avete estirpato dal mio cuore ogni affetto mondano e mi avete
dato forza nei patimenti, ricevete ora in pace il mio spirito».
Fu
così che Agata diede la vita per la fede il 5 febbraio 251.
Tra
il 252 e il 1886, Catania fu per ben 15 volte sul punto di essere distrutta
dalla furia dell’Etna, ma ogni volta i catanesi portarono in processione il
velo verginale della Santa che inspiegabilmente era scampato al fuoco e ogni volta la lava del vulcano si arrestò.
Il
velo miracoloso è tuttora custodito nella cattedrale di Catania, insieme ad
altre reliquie di Santa Agata che vengono portate in processione durante la
grande festa che si tiene ogni anno in città dal 3 al 5 febbraio.
Andrea Vaccaro - Sant'Agata
Il corpo della vergine, ebbe lunghe tribolazioni: da Catania fu sottratto e trasferito a Costantinopoli da dove fu trafugato nel 1126.
Dopo aver peregrinato in diverse città ritornò a Catania, ma non integro.
A Palermo giunsero un braccio, custodito nella Cappella Palatina e un avambraccio custodito nella Cattedrale.
Anche l’intrecciatoio dei suoi capelli giunse a Palermo e d è custodito nella chiesa di Sant’Agata alla Guilla, chiesa che sorge sui resti della villa romana in cui sarebbe vissuta Sant'Agata.
Invocata contro incendi ed eruzioni, disastri ambientali è la protettrice di nutrici, balie, infermieri, tessitrici e anche dei fonditori di campane perché la forma della campana ricorda quella del seno femminile : la mutilazione dei seni è la infatti la caratteristica con cui Santa Agata viene sempre raffigurata nei dipinti e nelle immagini.
Francisco de Zurbarán - Sant'Agata
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