27 dicembre 2021

SAN GIOVANNI EVANGELISTA - 27 DICEMBRE




San Giovanni apostolo ed evangelista era il più giovane e il più longevo dei dodici apostoli e prima di conoscere Gesù era stato discepolo di Giovanni il Battista.
Giovanni nacque nella cittadina di Betsaida, in Galilea, figlio del pescatore Zebedeo e sua madre Salome, forse cugina della Madonna, era presente nel gruppo di donne che accompagnò Gesù fino al Calvario.
I vangeli narrano che Giovanni e suo fratello Giacomo vengono chiamati da Gesù "presso il Mare di Galilea", mentre erano sulla barca col padre intenti a riparare le reti da pesca. e , da allora, Giovanni fu sempre presente nei più grandi avvenimenti della vita del Maestro.


Fra i discepoli era, con Pietro e Giacomo, tra i più fedeli e intimi accompagnando il Maestro nelle occasioni più importanti, come quando ad esempio quando resuscitò la figlia di Giairo o nella Trasfigurazione sul Monte Tabor. 
Giovanni era seduto a fianco del Maestro durante l'Ultima Cena, interrogandolo sull'identità del traditore e, nonostante fosse scappato con gli altri apostoli durante l'arresto del Messia nel Getsemani, era presente con Pietro durante il processo e unico tra gli Apostoli, era ai piedi della croce accanto a Maria, che gli fu affidata da Gesù prima di spirare.

Dopo la resurrezione del Signore, furono Giovanni e Pietro a correre al sepolcro e durante l'apparizione in Galilea fu il primo a riconoscere il Maestro risorto. Per obbedire al desiderio del suo amato amico e Maestro, Giovanni lasciò definitivamente Gerusalemme e andò con Maria a Efeso, in Asia Minore (attuale Turchia). dove fondò una comunità cattolica e  dove compì molte conversioni e  molti miracoli , tra cui anche alcune resurrezioni.


La sua fama giunse fino all'imperatore Domiziano, imperatore dall’anno 81 al 96, che manda a chiamarlo da Efeso.
Giunto a Roma, Giovanni gli parla a lungo della fede cristiana nel Regno futuro del figlio di Dio. L'imperatore gli chiede una prova dei suoi poteri e Giovanni chiede una coppa di veleno che beve rimanendo miracolosamente illeso.
Domiziano, non convinto dell'efficacia del veleno, lo fa bere a un condannato a morte che naturalmente muore all'istante.
Giovanni lo riporta in vita, così come poco dopo risuscita anche un servo dell'imperatore da poco deceduto.


Battista Dossi  - Visione di san Giovanni Evangelista su isola di Patmos 
 (Gallerie Estensi. Ferrara)

Domiziano, che aveva fatto votare dal senato un decreto contro i cristiani, ma temeva di applicarlo a Giovanni, ordina che sia esiliato nell'isola greca di Patmo
Tertulliano, accenna brevemente a un episodio non confermato però da nessuna fonte, secondo il quale Giovanni a Roma fu immerso nell'olio bollente uscendone indenne e quindi mandato in esilio a Patmo.
A Patmo Giovanni scrisse l’Apocalisse, il libro profetico che finisce la Bibbia e che annuncia le terribili catastrofi che causeranno la fine del mondo.





“Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno di tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù. Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: Quello che vedi scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Efeso, a Smirne, a Pergamo, a Tiatira, a Sardi, a Filadelfia e a Laodicea. “
(Apocalisse di Giovanni)

Diego Velázquez - S. Giovanni Evangelista a Patmos 1618 
(Londra, National Gallery)


L’esilio di Giovanni durò molti anni: a Domiziano succedette Nerva, imperatore dal 96 al 98, ma solo sotto Traiano che regnò dal 98 al 117.
Giovanni riuscì a tornare a Efeso, dove morì per cause naturali a novantaquattro anni nel 104, lasciando ai suoi discepoli il semplice ma sublime insegnamento: “Dio è amore”.
Dopo la sua sepoltura, il corpo non fu più ritrovato, lasciando ipotizzare un'assunzione al cielo.



Durante la sua lunga e proficua vita scrisse tra l'altro, con grande stile e profondità di contenuti, ben cinque libri della Bibbia: il Vangelo secondo Giovanni, le tre Lettere di Giovanni e l’Apocalisse.
Per tale motivo è stato tradizionalmente indicato come patrono di teologi e scrittori oltre che di artisti, cartolai, fabbricanti di armi, candele, e carta, incisori in rame, librai, rilegatori di libri, tipografi e vedove. 
Viene anche invocato contro le scottature e gli avvelenamenti.


Giovanni, nome piuttosto diffuso nella tradizione cristiana, letteralmente significa "Dio fece grazia" e La Chiesa  lo ricorda il 27 dicembre 
Essendo tra i dodici apostoli  l'unico deceduto per cause naturali e non per martirio, i paramenti liturgici per la sua celebrazione sono bianchi anziché rossi.
I simboli di Giovanni evangelista sono: calderone d'olio bollente, coppa, libro, ma soprattutto l’aquila, perché vola molto in alto e, per come si credeva anticamente, riesce a fissare la luce  del sole senza rimanere accecata, così come non è rimasto accecato Giovanni che, secondo le sue mistiche visioni, è riuscito a contemplare l'abbagliante luce divina .



“L'aquila vola più in alto degli altri uccelli e vede, tra tutti, la luce più splendida: quando adunque supera il limite della vista umana, si libra nel cielo puro, volge gli occhi ai raggi del sole e si diletta di ciò che accecherebbe un altro. Se guarda giù alla terra e avvista una preda, si precipita giù come fulmine. Una siffatta aquila è San Giovanni: perché all'inizio del suo Vangelo si innalza fino allo splendore divino: e vi contempla il Verbo che in principio era presso il Padre. E come il fulmine o il tuono, fa cadere la gente in uno sbalordito spavento quando dimostra lo splendore del Figlio che dura da sempre. Ma, una volta scoperto il Verbo concepito nel ventre di una Vergine, eccolo discendere velocemente sulla terra per spiegare l'incarnazione del Verbo. 
(Péter Pázmány)



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