31 agosto 2019

ANIMA MIA - Nazim Hikmet


Buonanotte e sogni belli!

ANIMA MIA

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi piano piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

Nazim Hikmet

25 agosto 2019

POESIA D'AMORE - Alfonso Gatto


Il bacio della buonanotte...

POESIA D'AMORE

Le grandi notti d' estate
che nulla muove oltre il chiaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.
Lontana come i tuoi occhi
tu sei venuta dal mare
dal vento che pare l' anima.
E baci perdutamente
sino a che l' arida bocca
come la notte è dischiusa
portata via dal suo soffio.
Tu vivi allora, tu vivi
il sogno ch'esisti è vero.
Da quanto t' ho cercata.
Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi occhi.
E il bacio che cerco è l' anima.
 
Alfonso Gatto

24 agosto 2019

LO SPECCHIO - Elisa Longhi


"Saper invecchiare significa saper trovare un accordo decente tra il tuo volto di vecchio e il tuo cuore e cervello di giovane."
(Ugo Ojetti)


LO SPECCHIO

Intorno è bianco,
il viso è riflesso,
nell’occhio la luce
riempie la stanza.
L’ovale è imperfetto,
la ruga carpisce
quell’attimo intenso
di un giorno passato.

Le labbra socchiuse,
spogliate di rosso
rimpiangono il tocco
di un bacio mancato.
Le gote appassite
hanno perso il colore
sbiadito dal tempo
dal freddo e dal vento.

Ma quella che appare,
là dentro, allo specchio,
è l’immagine intera
di una donna che è vera, 
di una donna che è stata,
di una donna che è
un mondo diverso
nell’immenso universo.

Elisa Longhi

IO SONO ETERNA - Maram al-Masri


Svelato l'elisir dell'eterna giovinezza...

La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio.
(Franz Kafka)

IO SONO ETERNA

Non sono giovane, e non sarò mai vecchia.

Appartengo ad una tribù di donne che possiedono il riso delle bambine e il ghigno insolente delle vecchie,
capelli lunghi e liberi, e occhi antichi come la Terra,
dove la bellezza interiore non finisce.
Sorelle di uomini che hanno lo spirito del lupo e dell'aquila,
gioiosi folletti che non hanno mai smesso di giocare.
Esseri che attraversano il tempo, in costante movimento,
ardenti di curiosità.
Non ho e non avrò mai l'età che indicano i documenti,
perché non sono giovane e non sarò mai vecchia.
Io Sono Eterna.

Maram al-Masri

15 agosto 2019

ASSUNZIONE DI MARIA IN CIELO - 15 Agosto


Diego Velázquez- Incoronazione della Vergine
Museo del Prado - Madrid


Un buon ferragosto!
Una festa che, come quasi tutte le feste cristiane, è un riciclaggio pagano...


Fu il primo imperatore di RomaOttaviano, insignito dal senato del titolo di “Augusto” (che significa “venerabile”, “sacro”), che nel 18 a.C. dichiarò che tutto il mese di agosto sarebbe stato festivo e dedicato alle Feriae Augusti.
Nel mese di agosto venivano, infatti, raccolti i cereali e quindi nell’antica Roma si festeggiava la fine dei principali lavori agricoli.
 La celebrazione di più importante cadeva il 13 ed era dedicata a Dianadea della maternità, delle fasi della luna e del legno.
Venivano celebrati anche Vertumnodio delle stagioni e della maturazione dei raccolti Opi, la dea della fertilità.

Luca Giordano -Vertumno e Pomona  (1682–1683)

Molto importanti erano anche i Consualia, festività dedicate a Consodio dei campi, dei granai e degli approvvigionamenti, che venivano celebrate la prima il 21 agosto, durante il periodo del raccolto, e la seconda il 15 dicembre.
Molti ricorderanno i Consualia anche per l'episodio storico del ratto delle Sabine, avvenuto poco dopo la fondazione di Roma del 753 a.C.
Secondo la tradizione, Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolse alle popolazioni vicine per  ottenere tramite alleanze delle donne con cui procreare e popolare la nuova città.
A Roma infatti le donne scarseggiavano e la grandezza della nuova città era destinata a durare una sola generazione se i Romani non avessero trovato sufficienti mogli con cui procreare nuovi figli.
I  vicini, tra cui i Ceninensi, i Crustumini, gli Antemnati e i Sabini,  rifiutarono però tutte le offerte dei romani, i quali  decisero allora  di ottenere  le donne con l'inganno,  organizzando un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione.

Pietro da Cortona - Il  ratto delle Sabine

Nell'occasione della festa, infatti, molti popoli vicini si presentarono a Roma curiosi di parteciparvi e di visitare la città sorta da poco, senonché  ad un cenno di Romolo, fondatore e primo re di Roma, i guerrieri romani balzarono addosso alle giovani donne e le rapirono. 
Successivamente i vicini cercarono di riprendersele usando la forza, ma i romani le difesero strenuamente.
 Erano comunque state rapite solo le giovani non ancora sposate  e, pare, fu persino offerto loro di scegliere se tornare a casa o se diventare le nuove mogli dei romani. 
Molte preferirono la seconda opzione, specialmente le donne dei sabini, sotto la guida di Ersilia, che era andata in sposa a Romolo e quindi era divenuta regina. 
Il ratto fu spiegato da Plutarco non tanto come un gesto di superbia, ma piuttosto come atto di necessità.

Jacques-Louis David - Il ratto delle Sabine


Per celebrare il periodo di riposo, i romani organizzavano corse con i muli mentre i cavalli e gli asini, che avevano lavorato un anno intero, erano bardati con ghirlande e fatti sfilare. 
Questa tradizione si è tramandata nei secoli dando origine al classico Palio dell’Assunta che si svolge ogni anno a Siena: infatti “Palio” deriva dal “pallium“, il drappo di stoffa pregiata che era il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell’Antica Roma.




Nel giorno di Ferragosto i lavoratori ricevevano una gratificante mancia dal padrone, resa obbligatoria durante il Rinascimento per decreto pontificio e probabilmente l’attuale tredicesima proviene da tale antica usanza.
Fu con l’avvento del cristianesimo che la solennità della Vergine Maria cominciò ad essere celebrata in luogo di quella di Diana.
L'Assunzione di Maria in Cielo è un dogma cattolico nel quale viene affermato che Maria, terminato il corso della vita terrena, fu accolta in Paradiso, sia con l'anima che con il corpo e viene considerata un'anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi.

Giambattista Tiepolo - Immacolata Concezione
Museo del Prado-Madrid

Oltre alla classica gita fuori porta, il 15 agosto è tradizionalmente la notte dei falò in riva al mare: Fuoco Acqua simboleggiano, infatti, purificazione e rigenerazione.
Dedichiamo questo bel sonetto a nostra Madre Celeste, a conclusione del Ferragosto, o meglio della Festa dell' Assunzione di Maria in Cielo...


 Diego Velázquez - Maria Vergine

SONETTO A MARIA SANTISSIMA

Stella del nostro mar chiara e secura,
che 'l sol del paradiso in terra ornasti
del mortal sacro manto, anzi adombrasti
col vel virgineo tuo sua luce pura;
chi guarda il gran miracol, più non cura
del mondo vile, e i vani empi contrasti
sdegna dell'oste antico, poi ch'armasti
d'invitta alta virtù nostra natura.
Veggio il figliol di Dio nudrirsi al seno
d'una vergine madre, ed ora insieme
risplender con la veste umana in cielo.
Onde là su nel sempre bel sereno
al beato s'accende il vivo zelo,
al fedel servo qui la cara speme.

Vittoria Colonna
(marchesa di Pescara, poetessa feconda  e amica di Michelangelo) 

Bartolomé Esteban Pérez Murillo - Immacolata,1678
Museo del Prado- Madrid

10 agosto 2019

LA COMETA - Maria Luisa Spaziani


Buona notte di San Lorenzo, augurandoci di vedere uma pioggia di stelle cadenti così da poter esprimere tanti desideri!

LA COMETA

Quel mio amore per lui aveva ali di cera
lunghe le ali sembravano eterne
battevano il cielo sicure, sfioravano picchi,
puntavano al sole con nervature nervine.

Fuse le ali ormai mi ricrescono dentro,
soltanto ora perdute mi diventano vere,
e ai cuori incauti grido: la passione è un fantasma
troppo importante, uomini, per potersi incarnare.

Chiomate vaganti comete di Halley, presagi
disastri prodigi che infiammano e gelano il sangue,
nessuno osi fissarvi, si arrischi a sfiorare
coaguli di pura lontananza – morgane.

Maria Luisa Spaziani

SUL COLLE - Jordi Doce


Avvolti dal caldo sole d'agosto, che rende l'aria ardente come brace, anche a tarda sera... speriamo rinfreschi un pò!

SUL COLLE

Si offusca lo sguardo, e l’aria della sera
fumiga come brace su uno sfondo
di vele gonfie e schiuma infranta.
Il mare è il respiro, l’attesa. 
Avvolte dal pieno sole d’agosto,
le rocce scivolano fino all’acqua.
Una pozzanghera si consuma in scintillio.
Il sale brilla sui fianchi stillanti.
Estate, nel tuo tremore abbacinato
apprendo la costanza dell’azzurro.
Sotto il volo tenace dei gabbiani,
son tutt’uno col tempo dell’acqua che ristagna.

Jordi Doce
(da Lección de permanencia, 2001 )

SABBIE MOBILI - Jacques Prévert

 
Due piccole onde, nei tuoi occhi, dove meravigliosamente annegare...
 
SABBIE MOBILI
 
 Demoni e meraviglie

Venti e maree
Lontano di già' si è ritirato il mare
 E tu
 Come alga dolcemente accarezzata dal vento
 Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Lontano di già si è ritirato il mare
 Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
 Due piccole onde per annegarmi.

Jacques Prévert

SAN LORENZO DIACONO - 10 AGOSTO

"Mea nox obscurum non habet, sed omnia in luce clarescunt"
 ("La mia notte non conosce tenebre, tutto risplende di luce" )
San Lorenzo Martire, Liturgia delle Ore

SAN LORENZO


 San Lorenzo è, dopo Santo Stefano, uno dei martiri più venerati della Chiesa. 
La fama del santo molto probabilmente è dovuta alla leggenda secondo la quale, durante la notte del 10 agosto - data in cui fu martirizzato e pertanto a lui consacrata- il cielo "piangerebbe"  le lacrime da lui versate durante il suo atroce martirio sotto forma di stelle cadenti.
In base ad altre versioni, le stelle cadenti rappresenterebbero invece i tizzoni ardenti su cui San Lorenzo fu, da tradizione, martirizzato.
 Da ciò trae origine la credenza popolare secondo cui chi in questa notte vedrà una stella cadente e guardandola ricorderà il supplizio del Santo Diacono, potrà chiedere una grazia o, in linguaggio più comune, esprimere un desiderio con buone speranze di realizzazione.
Padroni di crederci o meno, reale è che questa notte dell'anno è una delle più propizie per vedere le scie luminose  prodotte dallo sciame meteorico delle Perseidi, popolarmente dette stelle cadenti.


Beato Angelico - San Lorenzo distribuisce le elemosine

Si ritiene che San Lorenzo fu arso vivo a fuoco lento  il 10 agosto del 258 d.C. quindi, il suo emblema è la graticola (strumento del supplizio)  e  viene  invocato soprattutto da coloro che per lavoro  rischiano bruciature come pompieri ,cuochi, pasticcieri, vermicellai,  rosticcieri e lavoratori del  vetro .
Considerato altresì patrono dei diaconi, Lorenzo viene generalmente raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, cioè la lunga veste liturgica, con il ricorrente attributo della graticola o, in tempi più recenti, della borsa del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri.
Santo protettore pertanto anche dei poveri  e ancora, poiché  era  custode di libri sacri, anche di bibliotecari e librai.
 Secondo un’antica leggenda, San Lorenzo ogni venerdì scende nel Purgatorio per liberare un’anima e portarla in Paradiso, pertanto è invocato persino contro le fiamme del Purgatorio.

Juan de Miranda- San Lorenzo martire, 1785 circa
Chiesa della Concezione- Santa Cruz de Tenerife

Riguardo alla sua vita le notizie sono piuttosto scarse, ma si ritiene che Lorenzo fosse originario della Spagna e più precisamente nato nel 225 a Huesca, antica cittadina dell’Aragona, regione ai piedi dei Pirenei.
Di famiglia nobilissima e santa, fin da bambino si astenne sempre da ogni divertimento puerile e fu modello di docilità e innocenza.
Ancora giovinetto Lorenzo fu inviato alla celebre università di Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici, come allievo del futuro papa Sisto II, insegnante tra i conosciuti e apprezzati dell’epoca.
Tra maestro e allievo nacque  una grande amicizia  e collaborazione che li portò a trasferirsi dalla Spagna a Roma per meglio servire la Chiesa.

Papa San Sisto II incontra S. Lorenzo mentre è condotto al martirio
 Vetrata della Basilica di S. Patrizio -  Ottawa

Il 30 agosto 257 Sisto II venne eletto Papa  e affida a  Lorenzo il compito di arcidiacono della Chiesa Romana,  corrispondente all’ attuale dignità cardinalizia, ruolo che gli consentiva di assistere il papa nella celebrazione dei riti,  distribuire l’Eucaristia e amministrare le offerte donate alla Chiesa.
Mentre la Chiesa si espandeva sempre più fra i pagani, soprattutto grazie alla fervente predicazione di Lorenzo, nel 258 l'imperatore Valeriano scatenava una nuova persecuzione cristiana, che secondo San Dionisio fu tra più terribili.
Tra i perseguitati, il vescovo Cipriano di Cartagine, che morirà decapitato e lo stesso papa Sisto II, catturato mentre celebrava l'Eucaristia nelle catacombe di San Callisto e decapitato con quattro diaconi il 6 agosto del 258.
Come spesso capita nelle persecuzioni e nelle guerre, la motivazione decisiva a scatenare l’ennesimo bagno di sangue, fu in realtà un fattore economico: era, infatti, forte la convinzione che la Chiesa avesse accumulato grandi ricchezze su cui l'impero romano, sempre più in crisi, bramava mettere le mani per risollevarsi.
Lorenzo, in quanto tesoriere,  fu quindi  inevitabilmente  fermato e la tradizione narra che gli  fu promessa salva la vita se avesse consegnato i tesori della Chiesa entro tre giorni.
Lorenzo usò però il tempo a disposizione per distribuire ai poveri tutto quanto  in suo avere, per poi presentarsi al cospetto del prefetto accompagnato da una turba di malati, storpi ed emarginati pronunciando le leggendarie parole:“ Ecco, questi sono i nostri tesori: sono tesori eterni, non vengono mai meno, anzi crescono sempre”.

San Lorenzo distribuisce gli arredi sacri ai poveri 
Bernardo Strozzi - 1615-1620 circa
Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini - Roma


Ciò scatenò il furore di Valeriano e Lorenzo fu ovviamente condannato a morte per la disobbedienza.
 Riguardo al modo in cui fu giustiziato, un’antica “passione” raccolta da sant’Ambrogio, precisa: "Bruciato sopra una graticola", un supplizio che ispirerà opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli.
 Ambrogio si dilunga, dapprima, sull'incontro e sul dialogo fra Lorenzo e il Papa, poi allude alla distribuzione dei beni della Chiesa ai poveri, infine menziona la graticola, strumento del supplizio, rimarcando la frase con cui l'arcidiacono della Chiesa di Roma, rivolgendosi ai suoi aguzzini dice:” Assum est... versa et manduca”, ossia : "E' cotto... girami e mangia".
Probabilmente fu per via di questo passo che si diffuse nel Medioevo la macabra credenza secondo cui il corpo del martire fu fatto a pezzi e dato in pasto alla plebe pagana, in preda  alla fame a causa di una grave carestia.


 Il Martirio di San Lorenzo - Cesare Giuliani

Studi più approfonditi, però dichiarano leggendaria questa tradizione, poiché pare che Valeriano non avesse ordinato torture ai cristiani, e propendono più per la decapitazione di Lorenzo, proprio come Sisto II, San Cipriano e tanti altri in quel periodo.
 Il corpo di Lorenzo fu tumulato sulla via Tiburtina e sulla sua tomba, agli inizi del IV secolo, l’imperatore convertito Costantino fece edificare un piccolo oratorio, ampliato e abbellito in seguito da Pelagio II tra il 579 e il 590.
Fu invece Sisto III, tra il 432 e il 440, a far costruire la grande basilica a tre navate, con l'abside appoggiata all'antica chiesa.
Dobbiamo però a Onorio II, nel XIII secolo, l’unificazione dei due edifici che costituiscono la basilica tuttora esistente e restaurata nel XX secolo dopo i danni del bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943.
 Secondo una tradizione un soldato romano che assistette al supplizio, raccolse con uno straccio gocce di sangue e grasso mentre il martire spirava e portò la reliquia al paese di Amaseno, in provincia di Frosinone, dove tuttora è custodita e ogni 10  agosto, avviene il miracolo della liquefazione del Sangue di S. Lorenzo, proprio come accade a Napoli con il  sangue di San Gennaro.
Nonostante i dubbi sullo svolgimento del martirio, non vi sono dubbi sull'esistenza del santo, sul luogo del martirio e sulla data della sepoltura.



Basilica di  San Lorenzo fuori le mura - Roma



9 agosto 2019

COME IN UNA CATTEDRALE - Maria Luisa Spaziani


Una solenne poesia d'amore...

COME IN UNA CATTEDRALE

Entro in questo amore come in una cattedrale,
come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.

Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.

Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.

 Maria Luisa Spaziani 

SULLA SCIA DI EOLO - Maya


Lasciamoci dolcemente cullare dall' illusione di un sogno...

SULLA SCIA DI EOLO

Quante volte ho sfidato il vento
rincorrendo il pensiero di te
Quante volte ho solcato i mari
a vele spiegate nel blu
Quante volte ho creduto di scorgerti
nel tremolio dell’orizzonte
Quante volte un soffio sul volto
m’ha rammentato la tua carezza d’amore
Quante volte t’inseguirò sulla scia di Eolo
cullandomi nell’illusione di un sogno

Maya
 

NOSTALGIA - Edith Irene Södergran


"È la nostalgia a nutrire la nostra anima, non l’appagamento; e il senso della nostra vita è il cammino, non la meta. Perché ogni risposta è fallace, ogni appagamento ci scivola tra le dita, e la meta non è più tale appena è stata raggiunta."
(Arthur Schnitzler)


NOSTALGIA

La tua nostalgia è un mare che puoi navigare,
la tua nostalgia è un terreno su cui puoi camminare,
perchè te ne stai allora inerte e scorata
fissando il vuoto?
Verrà un mattino con un orizzonte più rosso
di tutti gli altri,
verrà un vento a porgerti la mano:
mettiti in cammino!

Edith Irene Södergran
(Da “Notturno ed altre poesie”)

8 agosto 2019

OGNI NOTTE UNA POESIA - Montserrat Abelló i Soler


La poesia della buonanotte... a domani, si spera!

OGNI NOTTE UNA POESIA 

Ogni notte una poesia.
Sul foglio solitario
la mano si muove.
Nel silenzio
contemplo il chiarore
tremulo della via,
e sento come se ci fosse
qualcuno sulla pelle,
sfiorandomi con le labbra.
Se dovessi scegliere
starei con la penna
in mano. Mai sola,
ogni notte.

Montserrat Abelló i Soler

CREMA DI LIQUIRIZIA


A sud della Calabria si produce da un'ottima liquirizia, anzi secondo molti la migliore del mondo.
La liquirizia, il cui nome significa “radice dolce”, è un prodotto che si estrae dalle radici della Glycyrrhiza glabra, un arbusto di natura erbacea, originario del Mediterraneo e del sud ovest asiatico.
Questa pianta, che tutti conoscono per il piacevole aroma, ha anche notevoli proprietà terapeutiche, dovute alla glicirrizina, principio attivo della liquirizia, che pare sia in grado di aumentare la ritenzione idrica delle cellule e quindi a diminuire il fabbisogno d’acqua dell’organismo.
La liquirizia è anche un antinfiammatorio naturale capace di lenire i dolori che affliggono l’apparato digerente e ha effetti benefici sulle vie respiratorie, rivelandosi ottimo sedativo della tosse ed espettorante.
Sconsigliata però a chi soffre di ipertensione, a causa della sua attitudine ad alzare la pressione sanguigna.
La liquirizia di Calabria DOP viene venduta in diverse forme: dai bastoncini di radice alle caramelle, dalla polvere ai tronchetti o scaglie.
Anche in cucina la liquirizia è un insolito ingrediente capace di donare un tocco molto particolare se utilizzata per aromatizzare alcuni piatti salati come  risotto agli scampi,  del filetto di vitello o maiale con la della liquirizia.
Per quanto riguarda i dolci l’utilizzo è ancora più vario: marmellate, composte, biscotti, gelato, semifreddi, tiramisù rivisitati o panna cotta alla liquirizia.
Anche per il fine pranzo la liquirizia si presta per ottime tisane, efficaci digestivi o cremosi liquori come questo che vi suggerisco di preparare con una ricetta facile e veloce.


CREMA DI  LIQUIRIZIA

1 kg.  zucchero semolato
1 litro di latte intero
½ litro di alcol a 90 °
200 g di liquirizia in polvere / a scaglie / o tronchetti

Portare a bollitura il latte con lo zucchero e far bollire 30 minuti  a fuoco lento.
Quando il latte si è raffreddato bene,  versare nel latte l’ alcol e la liquirizia preferibilmente già in polvere, altrimenti provvedete a polverizzare le scaglie o i tronchetti nel mixer.
Mescolare bene e lasciare alcune ore in infusione per favorire la miscelatura degli ingredienti, quindi  rimescolare bene e imbottigliare.
La crema di liquirizia va conservata in freezer, ricordandosi di toglierla dal frigo qualche minuto prima.
Agitare bene la bottiglia prima di servire in bicchierini meglio ancora se a loro volta ghiacciati.

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