15 ottobre 2021

SANTA TERESA D' AVILA - 15 ottobre


“Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta! Il tuo desiderio sia vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore, non possederlo, la tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace.”
(S. Teresa d'Ávila)

Il 15 ottobre si celebra Santa Teresa D’ Ávila, patrona di Spagna e protettrice di: cordai, orfani, persone degli ordini religiosi, persone in cerca di grazia, persone malate nel corpo, persone ridicolizzate per la loro pietà, scrittori.
Santa Teresa di Gesù, o d' Ávila, al secolo Teresa Sánchez de Cepeda Dávila y Ahumada, vergine e Dottore della Chiesa, riformatrice delle monache e dei frati carmelitani, nacque il 28 marzo 1515 a Ávila, importante città della regione di Castiglia e Leon, nella Spagna centrale.


"Fa’ tutto come se Egli fosse davvero visibile; agendo in questo modo, la tua anima trarrà grande guadagno."
(S. Teresa d'Ávila)

 Nella sua autobiografia ella stessa menziona alcuni particolari della sua infanzia: la nascita da “genitori virtuosi e timorati di Dio”, all'interno di una famiglia numerosa, con nove fratelli e tre sorelle.
Teresa si distinse fin da bambina per un grande amore alla lettura di buoni libri e della Sacra Scrittura.


“Nei momenti di tristezza e inquietudine, non abbandonare né le opere di preghiera né la penitenza a cui sei abituato. Anzi, intensificale, e vedrai che il Signore ti sosterrà prontamente.”.
(S. Teresa d'Ávila)


Pochi sono gli episodi conosciuti sull'infanzia della piccola Teresa, fra di essi è noto il tentativo di fuga intrapreso col fratello Rodrigo verso un immaginario paese dei mori infedeli, dove i due bambini, pensando alle vicende dei martiri, speravano di versare il sangue per la fede.
Ricondotti a casa da uno zio, i due bambini pensarono di condurre una vita solitaria e si costruirono una celletta nel giardino, dove si ritiravano in preghiera.
A 12 anni le morì la madre e Teresa provò un tale dolore da non trovare conforto che rivolgendosi a un'altra madre ben più amorosa e potente: la Madonna, e a Lei si dedicò.

S. Teresa d'Ávila - Opera di autore anonimo del XVII sec.
Museo del Prado

"Non parlare mai male di nessuno e non ascoltare cose cattive su nessuno, a meno che non sia te stesso. Progredirai molto il giorno in cui te ne rallegrerai."
(S. Teresa d'Ávila)

Fuggita di casa all’età di 20 anni per seguire la sua vocazione religiosa osteggiata dal padre, entra nel monastero carmelitano dell'Incarnazione della sua città, assumendo il nome di Teresa di Gesù.
Nei primi anni dovette combattere contro gravi disturbi fisici e nervosi, che la lasciarono a lungo debole e contro l’ostilità dello stesso mondo religioso, che la accusò persino di essere posseduta dal demonio.
Indicibili furono i dolori fisici, le penitenze e le discipline, ma sostenne tutto colla più dolce serenità di spirito.
 Gesù la ricompensava con sublimi estasi, rivelandole verità altissime che ella tramandò nelle sue mirabili “Opere “.


“Non dire mai di te stesso qualcosa che meriti ammirazione, né sulle tue conoscenze né sulle tue virtù o la tua nascita, a meno che non serva per prestare un servizio. E in questo caso sia con umiltà, e considerando che questi doni vengono dalle mani di Dio.”.
(S. Teresa d'Ávila)

Faticò dunque prima di arrivare a quella che lei chiama la sua «conversione», a 39 anni, raggiunta dopo un travagliato percorso interiore, grazie anche all’incontro con alcuni direttori spirituali.
Fu in questi duri anni che concepì e attuò la riforma del suo ordine religioso per ricondurlo all’austerità e alla povertà delle origini.
Nel 1562 fonda ad Avila, con il sostegno del Vescovo della città, don Alvaro de Mendoza, il primo Carmelo riformato, e negli anni successivi prosegue le fondazioni di nuovi Carmeli, in totale diciassette, tra cui uno a Lisbona.


“In tutte le cose osserva la provvidenza di Dio e la sua sapienza, e soprattutto lodalo.”.
(S. Teresa d'Ávila)

Fondamentale è l'incontro con san Giovanni della Croce, col quale, nel 1568, costituisce a Duruelo, vicino ad Ávila, il primo convento di Carmelitani scalzi.
Teresa termina la sua vita terrena proprio mentre è impegnata nell'attività di fondazione; nel 1582, infatti, dopo aver costituto il Carmelo di Burgos e mentre sta compiendo il viaggio di ritorno verso Ávila, muore la notte del 15 ottobre ad Alba de Tormes, in provincia di Salamanca, ripetendo umilmente due espressioni: “Alla fine, muoio da figlia della Chiesa” e “E' ormai ora, mio Sposo, che ci vediamo”.


“Non vedere in te stesso se non il servo di tutti, e in tutti contempla Cristo Nostro Signore; così lo rispetterai e lo venererai.”.
(S. Teresa d'Ávila)

 Autrice di diversi testi nei quali presenta la sua dottrina mistico-spirituale e i fondamenti e le origini del suo ideale di Riforma dell'Ordine carmelitano, la sua opera maggiore è “Il castello interiore” (intitolato anche “Mansioni”) affiancata dal "Cammino di perfezione" e dalle "Fondazioni" nonché da molte massime, poesie e preghiere, alcune delle quali particolarmente celebri.
Proclamata beata nel 1614 e poi santa da papa Gregorio XV nel 1622, fu annoverata tra i dottori della Chiesa nel 1970 da Paolo VI, insieme a Caterina da Siena.
Il suo corpo riposa ancora oggi nella chiesa dell'Annunciazione in Alba de Tormes.


Santa Teresa d’Avila - autore Peter Paul Rubens

“La santità non consiste nel fare cose ogni giorno più difficili, ma nel farle ogni volta con più amore”.
(S. Teresa d'Ávila)

1 ottobre 2021

I CIGNI SELVATICI A COOLE- William Butler Yeats


Un buon mese di ottobre con dei magnifici cigni selvatici!

 I CIGNI SELVATICI A COOLE


Gli alberi sono nella loro autunnale bellezza,

i sentieri del bosco sono asciutti,

nel crepuscolo d’ottobre l’acqua

riflette un cielo immobile;

sull’acqua colma fra le pietre, stanno

cinquantanove cigni.

Già diciannove autunni mi raggiunsero

da quando li contai la prima volta;

li vidi, prima che finissi il conto,

tutti di colpo sollevarsi

e sperdersi rotando in grandi cerchi interrotti

sulle ali rumorose.

Ho ammirato quelle creature splendenti

e ora è triste il mio cuore.

Tutto è cambiato da quando io, ascoltando

la prima volta, su questa riva, al crepuscolo,

lo scampanare delle loro ali sopra il mio capo,

camminavo con passo più leggero.

Senza ancora saziarsi, amata e amante,

remano nelle fredde

correnti amiche, o scalano l’aria;

i loro cuori non sono invecchiati;

passione o conquista, dovunque vadano errando,

tuttora li accompagna.

Ma ora galleggiano sull’acqua immobile,

misteriosi, bellissimi.

Fra quali giunchi nidificheranno,

sulle sponde di quale lago o stagno

delizieranno occhi umani quando un giorno,

svegliandomi, mi accorgerò che son volati via?


(William Butler Yeats)

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