29 aprile 2018

MI BASTA LA TUA PAROLA - Francesco Spera


Signore, grazie per aver  portato a termine questo giorno e veglia su di noi questa notte... 

MI BASTA LA TUA PAROLA

Signore, non cerco tue tracce tra le pieghe di un tramonto
disseminate tra le stelle, sulla vetta di mille colline
o negli abissi della terra.
Non inseguo fatti portentosi, miracoli a buon prezzo,
visioni o apparizioni
o chissà quanti altri taumaturghi e santoni.
Non vago per il mondo da santuario a santuario
e non attendo un angelo che giunga a lacerare la noia
    di sdolcinate preci.
Non ti chiedo di separarmi dalle mie lacrime,
dalle fatiche dei giorni – delle mie notti,
dalla dura cornice della morte,
mi basta la tua parola,
un pane spezzato insieme,
il silenzio della tua presenza
e la gioia che distilli
dalle trame del mio cuore.

Francesco Spera

Un pane che mi ha fatto pensare a te, Signore - A. Ferraroni


Signore, non farci mai mancare il tuo pane, da mangiare e condividere...

UN PANE CHE MI HA FATTO PENSARE A TE, SIGNORE 

Un pezzo di pane mangiato in fretta: chissà perché, ma mi ha fatto pensare a te, Signore.
Tu che del pane hai fatto il segno e lo strumento della tua presenza vera in mezzo a noi!
Forse perché come prete ti incontro spesso nel Pane di vita, ma forse perché insieme al sale quel pane era l'unico compagno di strada.
Un pane silenzioso e anche un po'... ingombrante! In tasca non ci stava, dovevo per forza tenerlo in mano, infarinandomi le dita.
Un pane per camminare, un pane per resistere, un pane per sostenere il silenzio e per farmi pregare.
Un pane che non si può buttare, questo lo sanno tutti! Va condiviso e mangiato!
Il pane mi ha portato a te, Signore, a te che sei compagno silenzioso del cammino.
A te che a volte sei ingombrante, sembri avere delle pretese da me e mi fai protestare.
A te che accetti di essere mangiato in quel tuo offrirti ogni giorno.
Perdona la mia fretta, Signore, la mia avidità, come la mia superficialità.
Insegnami il tuo stile. Del pane donami la bontà, l'umiltà, la disponibilità a lasciarmi spezzare in infinita pazienza. con speranza certa che la carità rimane per sempre e dona al mondo nuova bellezza. Amen.

(don Andrea Ferraroni)

INONDAMI DEL TUO SPIRITO GESU' - Santa Teresa di Calcutta


Buona domenica, inondati dallo Spirito di Gesù...

INONDAMI DEL TUO SPIRITO GESU'

Aiutami, Signore Gesù a diffondere il tuo amore, 
dovunque io vada.
Inonda la mia anima del tuo Spirito e della tua vita.
Diventa padrone del mio cuore
 in modo così completo che tutta la mia vita 
sia una irradiazione della tua.
Fà o Signore Gesù, 
che ogni persona che avvicina
 possa sentire la tua presenza dentro di me e guardandomi,
 non veda me, ma veda te in me.
Resta in me, Signore Gesù, 
così splenderò del Tuo stesso splendore
 e potrò essere luce agli altri.

Santa Teresa di Calcutta

28 aprile 2018

OGNI GIORNO E’ UN NUOVO GIORNO - Omar Falworth


Suggerimenti per migliorare la nostra realtà di Omar Falworth, uno scrittore definito maestro dell’arte della felicità e saggezza.
Con suo modo di scrivere semplice, allegro e fantasioso, c’ insegna in modo efficace come   "capovolgere" la nostra vita e trasformarla ottenendo rapidamente cambiamenti positivi.
Oltre ad aver pubblicato tanti best-seller, tiene corsi, seminari e gruppi d’incontro con cui ha aiutato migliaia di persone a raggiungere un certo benessere psicologico.
Omar Falworth riesce a indicarci il modo per ritrovare il piacere delle tantissime belle cose della vita, riducendo il bisogno di "AVERE" e il desiderio di "POSSEDERE", semplicemente spostando l’attenzione sul nostro” ESSERE”.
Riguardo alla sua vita abbiamo poche informazioni perché, per evitare d’ influenzare i suoi lettori, volutamente evita di darne; sappiamo però che il modello al quale si è ispirato per ottenere tanta saggezza e cultura, è quel genio universale di Leonardo da Vinci

OGNI GIORNO E’ UN NUOVO GIORNO

Versa un po' di bianco su tutto il nero del mondo e un po' d'azzurro
sul grigio delle nuvole che offuscano il cielo della tua anima.
Ruba tutti i colori del mondo e dipingi la tela della tua vita
eliminando il grigio delle paure e delle ansie.
Abbandona i tuoi vecchi abiti mentali e vestiti di ALLEGRIA.
Non permettere che il tuo cielo si lasci annuvolare da brutte notizie
e dai soliti discorsi pessimisti di coloro che vedono tutto grigio.

Se durante i periodi in cui le cose vanno male ci si rinforza, anzichè lamentarsi,
i periodi in cui le cose andranno bene saranno sempre più frequenti.
Quando il vento della dura realtà spegne la fiammella della tua speranza
e t'invita a volare con lui nel comodo regno della rassegnazione, NON LO SEGUIRE.
Affrettati a riaccendere nel tuo cuore un'altra fiammella; e se la spegne,
riaccendine un’altra; e, se occorre, un'altra ancora; senza stancarti mai.
La speranza è come un faro: se fa luce nel tuo cuore quando c'è la tempesta, sai dove approdare.
Se la sua luce si spegne, la tua nave andrà ad infrangersi sui tanti "scogli" della vita...

Ogni giorno è un nuovo giorno. Tutto da inventare, tutto da vivere, tutto da godere.
L’alba lo posa sul palcoscenico della tua vita, e se ne va.
Il nuovo giorno è tuo, t’appartiene, nessuno te lo può portare via.
Puoi farne ciò che vuoi. Puoi farne un capolavoro o un fiasco.
Perché sei Tu il soggettista… Perché sei Tu il regista… Perché sei TU il protagonista.
La vita è fatta di tanti nuovi giorni: tutti da inventare, tutti da vivere, tutti da godere.
Alzati dalla poltrona di prima fila! 
E sali sul palcoscenico della tua vita!"

(da "Prendere tutto il bello della vita" – editore Michele Tribuzio)

Omar Falworth


27 aprile 2018

SE AVESSI L'ALI - Cristina Morelli


Se avessi le ali, le userei per volare a posarvi sulla fronte il bacio della buonanotte...

SE AVESSI L'ALI 

 Se avessi l’ali
per soggiogar il vento
dal cupo abisso
bramerei le stelle,
disorientando il tempo.
 Ebbro il cielo
prono
al voler mio,
del fil di luna
ordito di galassie
tramerebbe,
a dissipar le nuvole
a fiammeggiar la notte
tracciando  rotte
al rievocar del cuore
il turbamento.
Se avessi l’ali
agognerei  la notte
baluginando
nel  muto firmamento
a rischiarar le tenebre
degli assopiti sensi
celando all’universo
l’anima mia
nell’abbraccio della notturna
oscurità.”

Cristina  Morelli

LE FARFALLE - Agostino Degas


A lezione dalle farfalle...

LE FARFALLE

"Dovremmo imparare dalle farfalle a vivere il momento.
Ad affrontare la vita con leggerezza.
A sfiorare appena tutto ciò che amiamo, senza volerlo possedere.
A vivere solo di bellezza e di libertà.
Ad aprire le ali e volare.
Per un istante che è una vita".

Agostino Degas

25 aprile 2018

INNO D'ITALIA - Goffredo Mameli - Michele Novaro


Scritto nell' autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota genovese Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il cosiddetto "Canto degli Italiani" nacque in quel clima di fervore patriottico che precedette la guerra contro l'Austria.
L' immediatezza dei versi e l' impeto della melodia lo resero subito il canto più amato dell' unificazione: non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese.
L'ufficializzazione  quale inno nazionale della Repubblica Italiana, avvenne il 12 ottobre 1946.


CANTO DEGLI ITALIANI

Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò

Goffredo Mameli


IL POETA MAMELI


Goffredo Mameli dei Mannelli nasce a Genova il 5 settembre 1827.
Studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo nel 1847, anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compone Il Canto degli Italiani.
Da quel momento in poi dedica la propria vita di poeta-soldato alla causa italiana.
Nel marzo del 1848, a capo di 300 volontari partecipa alle cinque giornate di Milano, tornato a Genova, collabora con Garibaldi e, in novembre, raggiunge Roma dove, il 9 febbraio 1849, viene proclamata la Repubblica.
 Sempre in prima linea nella difesa della città assediata dai Francesi, il 3 giugno 1849 è ferito alla gamba sinistra: morirà d'infezione a soli ventidue anni.
Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo.

Goffredo Mameli


IL MUSICISTA NOVARO


Michele Novaro nasce il 23 ottobre 1818 a Genova, dove studia composizione e canto.
Secondo tenore e maestro dei cori dei Teatri Regio e Carignano di Torino nonché convinto liberale, offre alla causa dell'indipendenza il suo talento compositivo, musicando decine di canti patriottici e organizzando spettacoli per la raccolta di fondi destinati alle imprese garibaldine.
Di indole modesta, non trae alcun vantaggio dal suo inno più famoso, neanche dopo l'Unità.
Muore povero, il 21 ottobre 1885, dopo aver affrontato difficoltà finanziarie e problemi di salute. Per iniziativa dei suoi ex allievi, gli viene eretto un monumento funebre nel cimitero di Staglieno, dove oggi riposa vicino alla tomba di Mazzini.


Michele Novaro - dipinto conservato al Palazzo del Quirinale

IL NOME ITALIA - Olga Visentini




Il NOME D' ITALIA


In tempi lontanissimi, secoli e secoli or sono, Marte, dio della guerra, viaggiava pel mondo percorrendo tutto armato, agile e bello, le terre e i mari.
In un'aurora bionda dolcemente effusa per il cielo e sulle cose, approdò ad un lembo meraviglioso di terra: il vento parlava tenuamente coi pioppi, le nebbie si scioglievano a poco a poco e lontano sullo sfondo azzurro dei monti si vedevano fiamme: erano le fiamme dei vulcani che guizzavano vive e ricadevano come una pioggia d'oro e di sole.
Marte ne era ammirato, quando si sentì sfiorare da una mano leggera: si volse e vide che era Cerere, la dea dei grani, dei fiori e dei boschi, che gli sorrideva tutta incoronata di spighe e di papaveri e cosparsa di rugiada.
Dio Marte, - disse la Dea - tu pure, dunque, ti senti commosso alle bellezze di questa terra. 

Se tu vedessi laggiù nei boschi e nelle pianure!
Vi son turbe di candidi vitelli che pascolano, saltellano, mugghiano al vento, o immergono i rosei musi nell'onda ,dei fiumi!
Questa regione magnifica, come si chiama?
Marte scosse le armi possenti, che corruscarono al primo sole e disse:
lo credo che i predoni le abbiano dato parecchi nomi: Ausònia, Espèria, Satùrnia.
Cerere sussurrò: - Vi sono tanti giovenchi che io la chiamerei terra « Vìtulus ».
Il Dio della guerra protestò: -Tu sbagli, o Dea; vedi quante fiamme si sprigionano dai suoi monti?
E quanto fuoco splende d'intorno? lo direi che è terra «
Aydàlia », che nel nostro linguaggio significa « terra fiammeggiante ».
S'udì allora un gran fremere per il mare, le onde cozzarono in bianchissima spuma, si aprirono, e apparve, a fior dell'acque, dentro una perlàcea conchiglia, con il tridente in mano,
Nettuno, il re dell'oceano.
Fratelli, - egli disse - questa terra meravigliosa che io bagno da tre lati con il mio azzurro elemento, io la chiamerei
«
Tala », che significa nel mio linguaggio « forma di un piede ».
Infatti, io l'ho osservata a lungo ed è proprio simile ad un immenso stivale che s'adagia sul mare.
I tre iddii stettero un poco pensosi: ognuno trovava ben appropriato il nome scelto.

 Infine, Marte, rizzò il capo cinto dal fèrreo elmo e disse:
Ascoltatemi, fratelli: ogni nome è giusto e significa qualcosa: uniamoli insieme, formiamone uno solo e chiamiamo questa terra «
Italia ».
Cerere e Nettuno piegarono la testa assentendo, ed allora Marte si rivolse verso le Alpi e disse: 
« Terra di sorriso, noi ti chiamiamo Italia e questo nome significhi la tua forma strana, e ti sia divino augurio di prosperità: che le tue pianure siano sempre ricche di messi e di vitelli; e questo nome nuovo infonderà ai tuoi popoli fiamma imperitura di fortezza e di libertà, d'opera e di sapienza, e sarà anche fiamma di genio e di grandezza.»
Disse, e ancor tese la mano, e la tesero pure Cèrere e Nettuno; poi salirono tutti sulla conchiglia perlata e andarono lontano lontano sul mare;
E fu così che l'Italia ebbe in un'aurora fulgente il suo battesimo.

Olga Visentini

PREGHIERA PER L'ITALIA - Nino Salvaneschi



Una preghiera per l'Italia in questo lungo periodo di particolare difficoltà e auguri a tutti gli italiani di buona volontà!

PREGHIERA PER L'ITALIA

Proteggi, o Signore, la Patria nostra che amiamo e serviamo.
Proteggi l'Italia che è stata grande nei secoli gloriosi.
Proteggi l'Italia nei suoi Eroi, nei suoi Genii, nei suoi Santi, nei suoi bimbi,
nelle sue donne e nelle sue madri, nel lavoro quotidiano dei suoi figli.
Rendici sempre più coscienti del suo nome e della sua storia.
E fa che ognuno sia degno d'esser figlio dell'Italia nostra.
Proteggi la Patria nostra e fa che sia fiera, ma non superba, forte, ma non violenta,
distributrice di amore, di bellezza, di giustizia a tutte le genti, come Frate Francesco l'ha sognata e Dante l'ha cantata. E così sia.

 Nino Salvaneschi



24 aprile 2018

PROFUMO DI CAFFE'- Antonio Garganese



Un ultimo caffè e poi... buonanotte!

PROFUMO DI CAFFE'

Anche di notte
si può prendere il caffè
confidenza di un abbraccio
sguardo d'intesa
che sa senza conferma.
E non serve sapere
cosa c'è
nell'incanto
di te donna innamorata.

Antonio Garganese

CAFFEVOLISSIMEVOLMENTE...



Concediamoci una pausa da trascorrere caffevolissimevolmente...

Cosa mette un drogato nel caffe'?
 Lo zucchero di canna…




Non appena la hostess serve il caffè, l'aereo incontra una turbolenza. Spiegazione di Davis: Il caffè è la causa principale delle turbolenze in alta quota.

Arthur Bloch, Legge di Roger, La legge di Murphy II, 1980


"Pierino, sai dirmi da dove viene il caffè?"

 "Dalla caffettiera, signora maestra!"


Colmo per il caffe': la tazza!


Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro.

Eduardo De Filippo 


ll caffe' va bevuto: sedente fumente e senza pagare niente possibilmente.
 (detto milanese)

"Prendo tre caffè alla volta per risparmiare due mance"
Totò


 "Per prendere un caffè e tradire la moglie c'è sempre tempo"
Totò



Al bar: "Mi dà un caffè?" - "Faccia prima il buono alla cassa"
Alla cassa: "Per favore, la prego, sia gentile, mi darebbe un caffè?"



"Posso offrirti un caffè?" - "Per carità, non potrei dormire!" - "Ma se sono le otto di mattina!" - "Appunto, non vedi che sto per andare in ufficio?!"

 

Come ride un chicco di caffè?
risposta:
Hag Hag Hag!


Due amici al bar: Antonio "Tu cosa prendi?" - Gianni "Quello che prendi tu" - Antonio "Barista! Due caffè" - Gianni "Allora due caffè anche per me!"


Che differenza c'e' tra me e te? Che tu puoi offrire una tazza di 
te a me, io invece non posso offrire una tazza di me a te.


Come fa a salvarsi un uomo gettatosi da 3000 metri senza 
paracadute? Con Lavazza... piu' lo tiri giu' e piu' ti tira su. 



"Avete del caffè freddo?"
"Certo signore!"
"Allora me ne scalda una tazzina?"


Al lavoro
segretaria: "vuole un caffè?"
capo: "si"
segretaria: "come lo vuole?"
capo: "nella tazza!"


Totti va al bar con un amico e ordinano due caffè. Il barista dopo averli serviti:
Bevete in fretta, altrimenti perde L’AROMA!
 E Totti: – Aoh, perchè…  sei da ‘ Lazio?


Cosa fa un chicco di caffè sotto la doccia? 
Si Lavazza. 
Perché? 
Per diventare Splendid. 
Perché? 
Per far colpo sul caffè Mauro! 
E cosa dice Mauro con fare seducente? 
Sao! 
E Segafredo? 
Che se copra!

Un uomo entra in un bar e dice:
"Vorrei un caffè, però senza panna, grazie!"
Il barista lo guarda e risponde:
"Guardi, la panna l'ho finita però ho un bel po' di latte, se vuole glielo faccio senza latte!


"Un aeroplano decolla da Fiumicino diretto a Milano. È carico di passeggeri. Raggiunta la quota di volo, il comandante esordisce all'interfono: 
- "Signore e signori, è il comandante che vi parla. Stiamo volando a seimila metri, il tempo a Milano è splendido, e il volo sarà tranquillo, senza vento e turbolenze... Oddioooo!" urla. 
Dopo qualche istante di nuovo il comandante: 
- "Signore e signori, scusate per quanto successo poco fa, ma la hostess mi ha rovesciato il caffè bollente in grembo. Dovreste vedere il davanti dei miei pantaloni!" 
E un passeggero da in fondo al velivolo grida: 
- "Ah, è niente, dovrebbe vedere il didietro dei miei!"


Cosa fa un chicco di caffè in un treno?
risposta: L'espresso!


Un signore va dal medico e appare disperato: 
- Dottore, lei mi deve aiutare. Deve sapere che io sono sposato da trent'anni e ho sempre vissuto felice con mia moglie. Senonché, alcuni giorni fa, non sentendomi bene, sono tornato prima del solito a casa e ho trovato mia moglie a letto con un uomo. A questo punto mi sono lanciato verso il comodino per prendere la pistola ma mia moglie si è buttata ai piedi e mi fa: "Gennaro, ti prego, vai al bar, prendi un caffè, vedrai che ti passerà!". Ed io ho seguito il suo consiglio. 
Il medico guarda il paziente e sta per intervenire quando lui prosegue: 
- Abbia un po' di pazienza perché la storia non è finita. Insospettito, qualche giorno dopo, sono uscito volontariamente prima dall'ufficio e, tornato a casa, trovo mia moglie a letto con un altro uomo. Infuriato mi sono lanciato verso il comodino, ho aperto il cassetto ma mia moglie si è nuovamente gettata ai miei piedi dicendo: "Gennaro, non lo fare. Hai due figli. Vai al bar, prendi un caffè e vedrai che ti passerà!". Io ho seguito nuovamente il suo consiglio ma il giorno dopo non sono andato in ufficio. Mi sono appostato e ad una certa ora ho visto entrare un uomo a casa mia. Ho aspettato qualche minuto e poi sono rientrato. Ebbene mia moglie era a letto con questo uomo. Allora non ci ho più visto. Mi sono avvicinato al comodino, ho aperto il cassetto, ho fatto per prendere la pistola ma mia moglie si è buttata piangente ai miei piedi dicendomi: "Non lo fare, Gennaro, abbiamo due figli. Vai al bar, prendi un caffè, vedrai che ti passerà!". 
A questo punto il dottore, seccato, interrompe il paziente per dirgli: 
- Guardi signore... da me può avere tutta la solidarietà come uomo e come marito ma, mi dica, in veste di medico, da me cosa vuole? 
E l'uomo: 
- Vorrei sapere... non è che tutti questi caffè mi faranno male?"
 

POST PIU' POPOLARI

SANTA CHIARA D' ASSISI - 11 Agosto

SANTA CHIARA D' ASSISI "Per la grazia di Dio, l'anima dell'uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è...