12 luglio 2021

SANTA VERONICA - 12 LUGLIO



SANTA VERONICA - 12 LUGLIO


Il 12 luglio è il giorno dedicato al culto di Santa Veronica, patrona di ricamatrici, lavandaie, guardarobieri, fotografi, informatici, mercanti di stoffe.
Santa Veronica, secondo la "Legenda Aurea", raccolta agiografica in latino del XIII secolo scritta da Jacopo da Varazze, faceva parte delle “pie donne”  che seguirono la Via Crucis di Gesù e che con pietoso amore, facendosi strada tra la folla e i soldati romani ,  deterse  col velo della  testa  il volto sudato e insanguinato del Redentore, che vi rimase miracolosamente  impresso. 
Se anche non citato in nessuno dei Quattro Vangeli, l'episodio ugualmente entrò con vigore nella tradizione cristiana, al punto da costituire la sesta stazione della Via Crucis.

 

Il nome Veronica è attestato già dal II secolo come variante latina di "Berenike" (dal macedone classico fere nike=che porta vittoria) e, seppure non vi siano riscontri documentali, sarebbe il nome della donna  citata negli Acta Pilati,  precisamente nel Vangelo apocrifo  di Nicodemo,  come l’emorroissa ( (dal greco=che perde sangue) , protagonista dell' episodio biblico che,  per l'inoppugnabile fede  dimostrata,  maggiormente  ha colpito la mia sensibilità cristiana.



 "Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. 
 Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Mentre tutti negavano, Pietro disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia».  Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me».  Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, va' in pace!".
 (Luca 8,43-48)


Lo storico Eusebio di Cesarea (265-340) racconta che l'emorroissa era originaria di Cesarea di Filippo (l'antica Paneas) dove viveva in una casa al cui ingresso era posta una pietra che raffigurava in rilievo l'immagine di una donna in ginocchio con le mani tese in atteggiamento di preghiera e di fronte un uomo avvolto in un mantello con la mano, tesa verso di lei. Ai piedi di quell'effigie, sulla stessa pietra, cresceva una non identificata pianta cui erano attribuite grandi proprietà terapeutiche.


Fu nel passaggio dal greco al latino che l'assonanza del nome "Veronica" con "vera eicon" (vera icona o immagine) generò la leggenda, adattandosi perfettamente alla tradizione medioevale cristiana dell’immagine acheropita di Gesù, cioè non dipinta da mano umana ma apparsa per intervento divino e pertanto dotata di miracolosi poteri. Così, infatti, vuole la leggenda secondo la quale l’imperatore romano Tiberio colpito da una grave malattia, avendo saputo che nella lontana Palestina operava un eccezionale guaritore di nome Gesù, ordinò al suo messo Volusiano di andare a cercarlo a GerusalemmeA causa della stagione invernale che attardò la partenza di Volusiano, questi giunse in Palestina quando ormai Gesù era già stato crocefisso.



Volusiano, temendo di subire le ire di Tiberio nel tornare a mani vuote, si mise alla ricerca dei seguaci di Gesù, per ottenere da loro almeno una reliquia del maestro. Giunse così a conoscenza di Veronica e del velo con il volto impresso di Gesù. La "pia donna" acconsentì a portarlo personalmente a Tiberio che guarì, miracolosamente, appena lo ebbe dinanzi. Pare che, da quel momento, la famosa reliquia rimase a Roma e quando venne costruita la nuova basilica di San Pietro, fu fatta mettere da Papa Urbano VIII in una delle quattro cappelle nei pilastri che sostengono la cupola, custodita insieme alle reliquie più preziose con la seguente iscrizione: “Urbano VIII Pontefice Massimo aggiunse una statua di marmo e un altare, edificò e ornò una cappella perché la maestà del luogo custodisse adeguatamente l’immagine del Salvatore impressa nel sudario della Veronica”.

Santa Veronica di Hans Memling- National Gallery of Art,  Washington

Secondo un’altra leggenda il velo della Veronica sarebbe invece custodito a Manoppello, in provincia di Pescara, dove agli inizi del '500 fu portato da un pellegrino che lo consegnò al fisico Giacomo Antonio Leonelli per poi scomparire misteriosamente. Sono in molti a credere il "Volto Santo" di Manoppello sia quello originale, sostenuti nella loro ipotesi dal risultato di un esame realizzato con uno scanner digitale che attesta di non aver trovato sul telo tracce di colore o pigmenti e anche dalla suggestiva coincidenza di dimensioni del volto di Manoppello con quello della Sacra Sindone  di Torino , a differenza di quello custodito in Vaticano.


Volto Santo di Manoppello

Ci sono poi anche un terzo e un quarto velo che si trovano in Spagna e sono chiamati “La Santa Faz de Jaén” e “La Santa Faz de Alicante” a contendersi la veridicità della reliquia, giusto per amor di chiarezza. Tornando a Santa Veronica, sempre secondo la tradizione, dopo aver lasciato a Roma il panno di lino, avrebbe in seguito viaggiato per l’Europa annunciando la buona novella, stabilendosi infine in Francia, dove conosciuta col nome di Venice o Venisse, gode di particolare culto ed è si considerata la donna che, andata sposa a Zaccheoprimo vescovo di Cesarea di Palestina, dopo la morte del Salvatore si dedicò  a convertire la  Gallia e, pur non conoscendone la data, si ritiene  morì  nell'eremitaggio di Soulac, in Aquitania.


Santa Veronica del Mattia Preti -  County Museum of Art  (Los Angeles - USA)


LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ


Tutti i discepoli sono fuggiti e Pietro stesso rinnega con foga.

Una donna nel colmo dell'insulto e nel cerchio della morte

si lancia e trova Gesù e gli prende il volto tra le mani.

Insegnaci, Veronica, a sfidare il rispetto umano.

Perché colui per il quale Gesù Cristo

non è solo un'immagine, ma è vero, vivo,

diventa subito sgradevole e sospetto agli altri uomini.

Il suo progetto di vita è alla rovescia,

le sue motivazioni di vita sono ormai diverse dalle loro.

In lui c'è sempre qualcosa che sfugge ed è altrove.

Un uomo ormai formato che recita il rosario

e impudentemente va a confessarsi,

si astiene dalle carni il venerdì e si mostra alla messa fra le donne,

fa ridere e urta, è comico e insieme irritante.

Stia attento a quello che fa, perché è tenuto d'occhio.

Stia attento a ogni passo, perché lui è un segno.

Perché ogni Cristiano è l'immagine viva,

benché indegna, del suo Cristo.

E il volto che mostra è l'umile riflesso nel suo cuore

di quella Faccia di Dio, cruenta e gloriosa.

Lasciaci contemplare ancora una volta, Veronica,

sul panno in cui l'hai raccolta, la faccia del Santo Viatico.

Il velo di lino pietoso in cui Veronica ha nascosto

la faccia del Vendemmiatore nel giorno della sua ebbrezza,

perché vi s'imprimesse per sempre la sua immagine,

fatta del suo sangue, delle sue lacrime e dei nostri sputi!

Paul Claudel


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