27 gennaio 2018

LA FARFALLA - Pavel Friedman



Quest'anno, per ricordarci di non dimenticare i terribili giorni dell'Olocausto, ho scelto una poesia che Pavel Friedman scrisse a circa 17 anni il 4 giugno 1942, su un leggerissimo foglio di carta.
La poesia, scoperta a Theresienstadt (nome italiano Terezíndopo la liberazione del campo di concentramento, fa parte della raccolta di poesie donata al National Jewish Museum di Praga durante una campagna di raccolta di documenti.
Insieme ad altre poesie e disegni di bambini che vissero in quelle orribili condizioni di vita, fu pubblicata la prima volta nel 1959 nel libro” I never saw another butterfly: Children’s Drawings and Poems from Terezin Concentration Camp 1942-1944”, a cura di Hana Volavková e Jiří Weil.
Ha inoltre ispirato il Progetto Farfalla del Holocaust Museum Houston, una mostra in cui sono state create un milione e mezzo di farfalle di carta a simboleggiare lo stesso numero di bambini sterminati dall’Olocausto.


LA FARFALLA

L'ultima, proprio l'ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
L'ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell'altra volta fu l'ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

Pavel Friedman


Pavel Friedman nacque a Praga il 7 gennaio 1921 e poco si sa di lui prima della sua incarcerazione presso il campo di concentramento di Theresienstadt, dove il suo arrivo è stato registrato il 26 aprile 1942.
Il 29 settembre 1944 Pavel Friedmann fu deportato ad Auschwitz, dove fu ucciso lo stesso giorno.


 Terezìn fu il maggior campo di concentramento sul territorio della Cecoslovacchia e nel periodo che durò il ghetto, cioè dal 24 novembre 1941 fino alla liberazione avvenuta l’8 maggio 1945, vi passarono 140.000 prigionieri e vi morirono circa 35.000 detenuti.
Il ghetto di Terezìn fu uno dei luoghi in cui fu concentrato il maggior numero di prigionieri bambini: si calcola che vi passarono almeno quindicimila bambini dai neonati a quelli sotto i quindici anni e che meno di 100 furono i sopravvissuti.
 Durante l’intero periodo nazista, almeno un milione e mezzo furono i bambini morti di cui la oltre un milione Ebrei, mentre le altre decine di migliaia erano Rom, Polacchi e Sovietici che vivevano nelle zone occupate dalla Germania.
Non furono risparmiati neanche bambini tedeschi con handicap fisici o mentali.
Nelle caserme dei campi di concentramento sono stati ritrovati disegni graffiati sulle pareti di centinaia di farfalle…del resto solo con le ali si poteva sperare di volar via oltre il filo spinato dei quei campi dell’orrore.


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