Quest'anno, per ricordarci di non dimenticare i terribili giorni
dell'Olocausto, ho scelto una poesia che Pavel Friedman scrisse a circa 17 anni il 4
giugno 1942, su un leggerissimo foglio di
carta.
La poesia, scoperta a Theresienstadt (nome italiano Terezín) dopo la liberazione del
campo di concentramento, fa parte della raccolta di poesie donata al National
Jewish Museum di Praga durante una
campagna di raccolta di documenti.
Insieme ad altre poesie e disegni di bambini che vissero in quelle
orribili condizioni di vita, fu pubblicata la prima volta nel 1959 nel libro” I
never saw another butterfly: Children’s Drawings and Poems from Terezin
Concentration Camp 1942-1944”, a cura di Hana
Volavková e Jiří
Weil.
Ha inoltre ispirato il Progetto Farfalla del
Holocaust Museum Houston, una mostra in cui
sono state create un milione e mezzo di farfalle di carta a simboleggiare lo
stesso numero di bambini sterminati dall’Olocausto.
LA
FARFALLA
L'ultima, proprio l'ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
L'ultima
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere del castagno
nel cortile.
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell'altra volta fu l'ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
Pavel Friedman
Pavel Friedman nacque a Praga il 7
gennaio 1921 e poco
si sa di lui prima della sua incarcerazione presso il campo di concentramento
di Theresienstadt, dove il suo
arrivo è stato registrato il 26 aprile 1942.
Il 29 settembre 1944 Pavel
Friedmann fu deportato ad Auschwitz, dove fu ucciso lo stesso giorno.
Terezìn fu il
maggior campo di concentramento sul territorio della Cecoslovacchia e nel periodo
che durò il ghetto, cioè dal 24 novembre 1941 fino alla
liberazione avvenuta l’8 maggio 1945, vi passarono 140.000 prigionieri e vi morirono
circa 35.000 detenuti.
Il ghetto di Terezìn fu uno dei luoghi in cui fu
concentrato il maggior numero di prigionieri bambini: si calcola che vi
passarono almeno quindicimila bambini dai neonati a quelli sotto i quindici anni e che meno
di 100 furono i sopravvissuti.
Durante l’intero
periodo nazista, almeno un milione e mezzo furono i
bambini morti di cui la oltre un milione Ebrei, mentre le altre decine di migliaia
erano Rom, Polacchi e Sovietici che vivevano nelle zone occupate dalla Germania.
Non furono risparmiati neanche bambini tedeschi con
handicap fisici o mentali.
Nelle caserme dei campi di concentramento sono stati
ritrovati disegni graffiati sulle pareti di centinaia di farfalle…del resto
solo con le ali si poteva sperare di volar via oltre il filo spinato dei quei
campi dell’orrore.
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