10 febbraio 2012

9 FEBBRAIO Giornata degli stati vegetativi


9 FEBBRAIO Giornata degli stati vegetativi

Era il 9 febbraio del 2009 quando a Eluana Englaro (nata a Lecco, il 25 novembre 1970) fu concesso di morire dopo diciassette anni di stato vegetativo a causa di un incidente stradale.La richiesta della famiglia di interrompere l'alimentazione forzata, considerata un inutile accanimento terapeutico, scatenò in Italia un notevole dibattito sui temi legati all'eutanasia e dopo lungo dilemma, la magistratura, constatata l’impossibilità di recupero della coscienza di Eluana,  acconsentì di far staccare i macchinari che la  tenevano in vita ,volendo così anche rispettare le sue volontà , ricostruite ascoltando diverse testimonianze .
Alcune amiche intime della giovane infatti  riferirono di quando   Eluana, avendo appreso di un gravissimo incidente stradale che aveva coinvolto un amico rimasto in coma, aveva dichiarato che : " sarebbe stato preferibile morire piuttosto che sopravvivere privi di coscienza  e completamente dipendenti dalle cure altrui ", ammettendo anche di aver pregato perché l'amico si spegnesse senza ulteriori sofferenze ed umiliazioni.
In un'altra occasione, commentando la morte  di un compagno di scuola a causa  di un incidente di moto, Eluana aveva dichiarato: "è stato fortunato a morire subito".
 Ripetutamente, la giovane aveva dichiarato anche ai propri genitori che non avrebbe potuto tollerare che lo stesso capitasse a lei.
Oggi, a distanza di tre anni, si celebra la 
 Giornata nazionale degli stati vegetativi, un modo per ricordare Eluana ,ma anche  per riflettere su un tema così delicato come l'eutanasia.
A volerla fortemente sono state le associazioni dei familiari delle persone che vivono in questa condizione e che si sentono poco considerati dallo Stato.
In un comunicato stampa, il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha commentato l’evento definendolo una giornata in cui  "il ricordo di Eluana non sarà più una memoria che divide ma un momento di condivisione per un obiettivo che ci unisce tutti".
Inopportuna, ma soprattutto indelicata”: cosi’ invece  il padre di Eluana, Beppino Englaro definisce la decisione di far coincidere la data di questa giornata con l'anniversario di morte della figlia.
Personalmente ritengo l'argomento  troppo delicato e drammatico e non me la sento di esprimere giudizi...perchè solo chi vive il dramma può capire cosa porta alla scelta irrevocabile di provocare ...la dolce morte...per non abusare del termine eutanasia.
Voglio invece sinceramente esprimere comprensione e solidarietà a quanti versano in gravi condizioni di salute e alle persone,familiari e non, che li curano e accudiscono con pazienza e amore.
Concludo con una poesia in sua memoria ...
 

SULLA MORTE

Voi vorreste conoscere il segreto della morte,
ma come potrete scoprirlo se non cercandolo
nel cuore della vita?
 Il gufo, i cui occhi notturni sono ciechi al giorno,
 non può svelare il mistero della luce.
 Se davvero volete conoscere lo spirito della morte,
 spalancate il vostro cuore al corpo della vita.
 poiché la vita e la morte sono una cosa sola,
 come una sola cosa sono il fiume e il mare.
Nella profondità dei vostri desideri e speranze,
sta la vostra muta conoscenza di ciò che è oltre la vita;
e come i semi sognano sotto la neve,
il vostro cuore sogna la primavera.
Confidate nei sogni, poiché in essi
si cela la porta dell'eternità.
La vostra paura della morte non è che
il tremito del pastore davanti al re che posa
la mano su di lui in segno di onore.
In questo suo fremere, il pastore non è forse pieno
di gioia poiché porterà l'impronta regale?
E tuttavia non è forse maggiormente
assillato dal suo tremito?
Che cos'è morire, se non stare nudi nel vento
e disciogliersi al sole?
E che cos'è emettere l'estremo respiro
se non liberarlo dal suo incessante fluire,
così che possa risorgere
e spaziare libero alla ricerca di Dio?
Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte,
allora incomincerete a salire.
 
E quando la terra esigerà il vostro corpo,
allora danzerete realmente.

Kahlil Gibran




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